8 maggio 2012

La paura

Leggevo ieri questo interessante articolo di @mazzettam in cui si dimostra come l'aumento di suicidi di cui tanto si parla non trovi corrispondenza nelle statistiche, nè in Italia nè in Grecia, e come questo aumento risutli solo scegliendo con cura quali dati considerare e quali escludere.
Dopo la lettura mi sono chiesto il perchè, allora, di questo tam-tam. Pigrizia dei giornalisti, che prendono per buona la notizia lanciata da un incauto senza verificarla? Potrebbe essere, ma in modo così capillare mi sembra difficil, e poi, tra tanti difetti, la pigrizia a Monti non gliela attribuisco, e anche lui ha avvalorato questa tesi in un suo discorso.
Allora forse la ricerca di un titolo che richiami l'attenzione? In parte sicuramente gioca anche questo, ma io credo che non sia una questione solo giornalistica, ma dell'intero sistema di "comando e controllo" (cit.) dell'Italia. Secondo me questo tam tam è una scelta cosciente, funzionale ad una modalità di gestione della società basta non più su 'il bastone e la carota' ma su 'il bastone e il bastone' L'obiettivo di questa modalità è costringere anche i non molti che non vi si sono ancora rassegnati all'approccio TINA (There Is No Alternative, non c'è alternativa), e quindi a rassegnarsi all'inazione.
La mia ipotesi trova sostegno nelle varie modalità con cui il governo del paese (inteso non solo come l'esecutivo Monti, ma in modo più complessivo come l'insieme delle istituzioni e dei poteri economici che le dirigono) sta aumentando la pressione contro quelle opposizioni che cercano di agire nel 'mondo reale', su cui il suddetto governo può esercitare un controllo molto minore di quello che ha sul mondo dei media, e contemporaneamente a garantire una sostanziale impunità a chi agisce per sostenere gli interessi del governo stesso.
In questa luce a mio giudizio si possono leggere sia l'accanimento giudiziario contro i notav (isolamento per detenuti in attesa di giudizio, accuse di lesioni perchè un carabiniere durante un inseguimento si è procurato una distorsione, conteggio di chi è colpito da insolazione o intossicato dai lacrimogeni fra i poliziotti feriti dai manifestanti), sia le assoluzioni clamorose degli ultimi tempi (Dell'Utri, piazza della Loggia), sia le proposte di legge per rendere il blocco stradale un reato penale anche nei casi in cui ora non è considerato tale, sia i continui ostacoli e ritardi nelle indagini sui casi di abusi di polizia (casi Diaz, Bianzino, Cucchi o, fortunatamente per colpe meno gravi, ancora sulle manifestazioni notav). Insomma, io vedo uno scenario simile a quello che profetizzava Antonio Albanese.
Resta da vedere quale sarà la risposta che troverà questo modus operandi nel mondo reale, su cui ancora il governo del paese non ha il completo comando e controllo. Forse eccedo in ottimismo, ma mi sembra che gli ultimi eventi, dal primo maggio in piazza ad alcuni risultati delle elezioni amministrative, indichino che il loro piano non stia funzionando come speravano.

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