30 maggio 2012

Morti di PIL

Sono 16, ad oggi, i morti di questo secondo terremoto emiliano. Almeno 13 di loro sono morti sul posto di lavoro. In capannoni nuovi o quasi nuovi, che però sono stati i primi a crollare.
Ieri sera, nel giornale radio di popolare network, l'inviato riportava la testimonianza di un operario marcocchino, mantenuto anonimo, che il suo datore di lavoro aveva minacciato di licenziamento se non fosse tornato al lavoro dopo il terremoto di domenica scorsa. Lui non si è piegato, e ieri non era al lavoro, il suo amico e collega invece aveva ceduto, e il suo nome oggi lo sappiamo. Si chiamava Mohammed, e in quel capannone ieri mattina ci è morto.
Se persino Bonanni arriva a dichiarare (certo, sempre dopo) che si è tornati a lavorare troppo presto, mi chiedo chi, oltre ai media mainstream, può dare credito alle parole del nuovo presidente di confindustria Squinzi quando dice che tutta le fabbriche erano sicure. Erano sicure ma sono crollate.
La crescita è la priorità. Monti, il suo governo, i partiti, il presidente della repubblica ce lo ripetono ogni giorno. La crescita, è sottinteso, non è quella della qualità della vita, o del tempo libero, o dell'aspettativa di vita, o dell'istruzione, ma sempre e solo quella del PIL. Per questa crescita boisogna fare ogni sforzo, a questa crescita tutto deve essere sacrificato. Ieri gli sono state sacrificate 13 vite.
Davvero qualcuno può onestamente credere che ne valesse la pena?


P.S: Mentre la rete dimostra almeno un po' di empatia, chiedendo la soppressione, quantomeno per quest'anno, della parata militare del 2 giugno (che poi è difficile capire perchè la festa di una repubblica che 'ripudia la guerra' debba essere festeggiata con una parata militare) il presidente Napolitano nega anche questo piccolo gesto di umanità, dimostrandosi sempre meno rappresentante del paese e sempre più di questa classe politica che soffre di una demenza senile che la priva della percezione della realtà.

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