15 gennaio 2013

Una speculazione come tante

Il comune di Torino finanziariamente è messo male. I buchi di bilancio aperti per le olimpiadi sono poi stati allargati da maldestri tentativi di metterci delle pezze, e oggi il debito della città supera i 4 miliardi di euro, mettendo a rischio persino la gestione a brevissimo termine (vedi).
Vista la situazione il comune cerca di far cassa in tutti i modi, uno di questi è il progetto di una speculazione edilizia (centro commerciale, parcheggio sotterraneo e 250 alloggi di lusso) nel quartiere Cenisia, su un terreno su cui sorge un edificio che ha ospitato fabbriche come la Snia Viscosa. Sul palazzo c'erano fino a pochi anni fa dei vincoli delle belle arti, che però il comune nel 2007 ha provveduto a far rimuovere, così come si è preoccupato di accreditare un percorso semplificato (senza VAS) per il progetto. Qui ho descritto molto brevemente, per un maggiore dettaglio rimando al blog http://sniarischiosa.noblogs.org, gestito dal comitato che si oppone a questo progetto
Certo, non parliamo di una grande novità. Torino è piena di progetti di questo tipo, ma è proprio questo il punto.
Uno spazio tolto all'utilizzo pubblico e quasi regalato al privato non è una bella cosa, ma in una città grande come Torino, in circostanze critiche come quelle attuali, può essere accettabile, ma se gli spazi a cui viene riservato questo trattamento sono tanti il problema diventa grave. Costruire centri commerciali e parcheggi a pagamento invece di biblioteche e parchi non vuol dire solo danneggiare l'ambiente, ma soprattutto cercare di far passare (con la forza, viste le modalità usate) l'idea che tutto ciò che non rientra in un rapporto commerciale non ha diritto di esistere. E qui siamo arrivati al punto.
Se riuscissimo a non ragionare solo in termini di utile a brevissimo termine, se fossimo capaci di pesare, anche aprossimativamente, le conseguenze non 'immediatamente economiche' delle nostre scelte, ragionamenti come quello della giunta comunale evidenzierebbero subito la loro irrazionalità, anche sul piano economico (illuminante, in merito, la sbrigatività con cui il presidente della Circoscrizione 3 liquida un'interrogazione su questo argomento). Oggi invece sembra che nessuno senta il bisogno di contestare ragionamenti in cui si considera 'risanamento' il divorare pezzo a pezzo il proprio corpo, come stanno facendo tante nostre amministrazioni. Ed è proprio questo che rende possibile organizzare fallimenti come Torino.

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