21 febbraio 2013

Trattativa

Sono perplesso. Digito la parola trattativa in un motore di ricerca e arrivo a questa definizione

trattativa: negoziato, patteggiamento, colloquio per arrivare a un accordo
(fonte http://it.thefreedictionary.com/trattativa)

Ma allora non capisco il motivo per cui, ieri, durante incontro sul futuro delle officine ex Diatto all'urban Center di Torino, quando una persona del pubblico ha chiesto all'assessore Curti "Allora ci sarà una trattativa con i residenti" lei ha risposto urlando con sdegno "Trattativa? Ma mica siamo in guerra".
Nella mia modesta esperienza ricordo di aver letto spesso di trattative che vedevano coinvolti i sindacati, e in nessuno di quei casi si aveva un contesto di guerra.
Dopo averci riflettuto penso che l'unica ipotesi con cui credo si possa spiegare la repulsione dell'assessore per questa pratica è la seguente. Le trattative avvengono tra due parti che, magari obtorto collo, ma si riconoscono l'un l'altra pari legittimità, io temo che l'assessore Curti, come molti suoi colleghi, non sia in grado di riconoscere a dei cittadini pari legittimità con degli amministratori. Che lei, come i suoi colleghi, ritenga di vivere, di esistere, su un piano diverso da quello delle persone che si trova ad ammministrare.
A mio avviso questo, indipendentemente dal fatto che abbia ragione o torto a ritenerlo, è la prova definitiva del fallimento della classe politica di cui fa parte.

11 febbraio 2013

Piccoli passi avanti 2

Seconda puntata (la prima, per chi è interessato, qui) per illustrare il lento ma graduale progresso della giustizia italiana. Un trend che, se mantenuto, potrebbe portarci a eliminare del tutto gli abusi di polizia in circa un paio di millenni.
Quindici anni fa poteva succedere di venire arrestati per reati commessi quando ci si trovava in un altra nazione (chi non sapesse di che parlo può, con un po' di pazienza, leggere tutta la storia qui, a proposito,l'autore del libro è sotto processo per aver trattenuto per un braccio un carabiniere), e addirittura in un altro continente. Oggi non più così, prova ne sia il caso di un notav che, nonostante la accuse lanciategli su "la Stampa" da Massimo Numa (che per questo fatto è stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata), la procura di Torino non è ricaduta nei vecchi errori e l'uomo è sempre rimasto in libertà.
Insomma, un passo avanti, oggi per venire arrestati è necessario trovarsi nella stessa nazione in cui è stato commesso il presunto crimine. Certo, mentre questo viene commesso nel luogo A si può essere al lavoro nel luogo B, e l'arresto "in flagranza di reato" può avvenire in un terzo luogo C, a più di 2 km da A, un paio d'ore dopo i fatti. Però questi in fondo sono solo dettagli, no?