20 ottobre 2013

Allora hanno proprio paura?

"Sono loro i moderni Black bloc? Quelli da cui dovremmo guardarci? Sono loro che a ogni pie’ sospinto metteranno a ferro a fuoco le città?"

"Ma detto ciò, si respira una strana sensazione, una consapevolezza diversa su dove andare a cercare i Black bloc del futuro. O meglio su quella che sarà la nuova frontiera delle pratiche illegali contro le istituzioni. "

"Oggi quei Black bloc sembrano superati. Non solo dagli anarcoinsurrezionalisti pronti a spedire pacchi-bomba, ad organizzare agguati armati [...], a diffondere i loro programmi sul web"

"La «nuova internazionale» dell’antisistema che viaggia sul web, la «nuova Spectre» si chiama «Anonymous». E con loro dovremo fare i conti."
Non è strano che la sezione italiana del network di utenti online che opera in forma anonima e rivendica la paternità di azioni di pirateria informatica, abbia deciso di assumere come propria la piattaforma politica della manifestazione romana di ieri?

Magari, i vecchi black bloc, quelli che conoscemmo a Genova in occasione del G8 del luglio del 2001, o nelle altre città che ospitarono i vertici del G8, sono ancora in azione, anche se più vecchi e più acciaccati. Sicuramente non ieri a Roma, vista la giovane età degli «incappucciati» fermati.

Citazioni prese da da questo articolo di "La Stampa".
A parte il fatto, già arcinoto, che presso quella testata i giornalisti nello scrivere hanno un livello di inibizione così basso che per gli esseri umani normali risulta irraggiungibile anche sotto l'effetto del peyote, a parte il fatto, altrettanto noto, che non hanno la minima idea degli argomenti su cui scrivono (a dimostrarlo basti la frase "«Tango down», il nome in codice dell’azione di ieri dei cyber terroristi italiani"), cosa ci dicono queste frasi?
Secondo me ci dicono tutte con tagli diversi, quello che iim modo più chiaro dice la prima frase, una volta epurata del termine 'blac bloc', che i giornalisti (non solo a "La stampa"), usano un po' come Peyo usava il verbo 'puffare', ci dice che nelle stanze di chi serve il potere, ed ha la tendenza ad essere più realista del re, c'è la paura che questa volta inizi qualcosa di serio.
Questo vorrebbe dire che la strada è quella buona, ma attenzione, se la strada è quella buona verranno prese contromisure per bloccarla, e le contromisure di un potere inetto spesso sono sproporzionate. Occhio a non restarci sotto.